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La creatività nella terza età (Psicologa Dott.ssa Natalia Bulkina)

L’invecchiamento della popolazione rappresenta una sfida evidente del XXI secolo. Con l’aumento del numero di anziani nella società, gli scienziati stanno sempre più riconoscendo l’importanza della creatività come componente fondamentale del processo di invecchiamento attivo. La creatività offre infatti numerosi benefici, contribuendo significativamente alla salute mentale e fisica, aumentando la fiducia in se stessi e l’autostima. La creatività è un fenomeno universale che ha sempre fatto parte della vita umana; essa implica lo sviluppo di un nuovo prodotto, un’idea o una soluzione a un problema che abbia valore per l’individuo e/o il gruppo sociale. D. Guilford, uno dei fondatori della psicologia della creatività, ha definito la creatività in termini di originalità/novità e pertinenza/adattabilità al compito. M. Csikszentimihalyi ha osservato che le persone si trovano in uno stato di eccitazione, slancio emotivo o flusso durante le attività creative; per loro il tempo sembra volare inosservato.


I potenziali benefici che la creatività può apportare alla salute delle persone anziane sono numerosi e includono il mantenimento della chiarezza mentale, l’aumento dell’esperienza spirituale, la risoluzione di conflitti di lunga data, la capacità di adattamento, il miglioramento del benessere emotivo e la guarigione fisica. I gerontologi ritengono che la creatività giochi un ruolo importante nella seconda metà della vita di una persona, conferendole significato, apportando energia, aiutando a realizzare bisogni e desideri interni e aumentando così il benessere soggettivo. Uno studio su musicisti anziani di età compresa tra i 65 e i 94 anni ha mostrato che i soggetti si consideravano in buona salute, nonostante l’artrite e altre limitazioni evidenti. È probabile che la partecipazione regolare a attività creative contribuisca a una sensazione di benessere e abbia un effetto terapeutico positivo.


Nonostante il declino inevitabile delle capacità fisiche e cognitive, la creatività nella terza età è possibile e utile per tutte le persone, indipendentemente dal loro livello di creatività, e le forme di creatività possono essere molto diverse. In interviste, le persone anziane hanno notato che apprezzano non solo il risultato della creatività, ma anche il processo creativo stesso, accompagnato da interesse, gioia e una sensazione di pienezza della vita.




Bibliografia:


  • Guilford J. P. (1950). Creativity. American Psychologist, 5: 444–454.

  • Csikszentimihalyi M. (1997). Happiness and creativity: Going with the flow. The Futurist, 31(5): 8-13.

  • Beck C. (2005). Creative elderhood: What’s art got to do with it? Retrieved from: http://www.imagineaging.com/generic.html?pid=1

  • Cohen G.D. (2001). Creativity with aging: four phases of potential in the second half of life. Geriatrics, 56(4): 51-57.

  • Kahn A.P. (1998). Healthy Aging: A Study of self-perceptions of well-being. Doctoral dissertation, Union Institute.

  • Adams-Price C.E. (ed.) (1998). Creativity and successful aging. New York: Springer.

  • Richards R. (2010). Everyday creativity: Process and way of life - four key issues. In J. Kaufman & R. Sternberg (eds.) The Cambridge Handbook of Creativity (pp. 189-215). Cambridge University Press.

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